NOVA UVI futuro prossimo del verbo pedalare.

Conoscere il passato per cavalcare l’avvenire, possibilmente in sella ad una bici d’epoca. Cresce con la nostra associazione un nuovo “habitus ciclisticus”.

Cos’è la Nuvi? Qual è la filosofia che c’è dietro ad ogni pedalata su quei favolosi ferrivecchi che sono stati salvati dal comune destino rivolto verso una discarica? E’ più facile dire subito cosa non è la NUVI…

Affermiamo intanto, sgombrando il campo alle aspettative dei “corsaioli” a tutti i costi, che chi pedala con noi non partecipa a una corsa ciclistica con l’ansia del risultato e l’assillo della classifica. Bensì è la voglia di fare sport pulito, senza ansia di primeggiare, a contatto con la natura e le bellezze della nostra penisola, pedalando con appassionati ed amici che condividono i tuoi ideali.

Non è certo l’individuare negli avversari il rivale da sconfiggere a tutti i costi ma i colleghi di pedale col quale scambiare cameratismo, impressioni ed esperienze di viaggio.

Non è la conoscenza enciclopedica dei risultati dell’ultimo Tour de France. E’ invece lo studio dei campioni d’epoca, della rivalità vere, di come erano le maglie di lana. E’ anche lo studio di come gestire una “chiave inglese”, una camera d’aria Hutchinson, un cambio Torpedo o come registrare una sella Aquila.

Non è la esasperata ricerca di integratori e della alimentazione migliore possibile ma la serena esperienza di rifornimenti e gusti antichi, conditi da un bicchiere di vino vero e generoso. Non è la paura di capitare sotto le grinfie dell’antidoping anche perché il doping e quindi l’antidoping non esistono nel nostro modo di vedere il ciclismo.

Non è”ignoranza” nel senso vero del termine: NON CONOSCERE. Chi fa ciclismo con la NUVI deve amare e conoscere la storia del suo sport, ammirarne i campioni che hanno scritto pagine immortali rivivendo sensazioni, emozioni, modi di essere, abbigliamento, mezzo tecnico e anima.

Ecco, senza l’anima il nostro ciclismo d’epoca non può esistere. Un movimento quindi di anime in crescita, una crescita principalmente culturale. Si parla sempre a sproposito che la salvezza del ciclismo sta nel ricercare le “radici del nostro sport”, lontano da interessi eccessivi; ma poi vediamo che inesorabilmente la bicicletta va dove la porta il soldo…

Cosa può fare, allora, l’associato alla NUVI? Continuare così come ha agito finora: crescere culturalmente, conoscere la bici d’epoca e la storia del ciclismo, cercare occasioni di incontro e amicizia, documentarsi, aggirarsi tra mercatini e officine di vecchi ciclisti per imparare ciò che di bello hanno costruito i nostri nonni. Emozionarsi al cospetto di Bitossi o di Massignan. La passione del nostro movimento è inarrestabile.

Conoscere il passato per cavalcare l’avvenire (possibilmente in sella ad una bici d’epoca).

NOVA UVI: futuro prossimo del verbo pedalare.

[Carlo Delfino]