10 giugno 2019, Cuneo-Pinerolo 70° 1949-2019

La NUVI, con le gambe stanche e gonfie dalla pioggia che ci ha accompagnato, con il cuore ricco dall’emozione, prova a fare un primo bilancio.

Durante i 254 chilometri abbiamo patito il freddo che solo le cime delle nostre Alpi sono capaci di regalare.

Innanzitutto abbiamo capito che la passione della gente delle vallate cuneesi è grandissima, prova ne sia che dopo Ia partenza da Cuneo alle 4,00, già a Vinadio, alle 5 e mezza, c’era gente scesa ai bordi della strada che ci incitava. Per non parlare dell’accoglienza ad Argentera da parte del Sindaco e del bar del paese Cremeria Bruno, che dobbiamo ringraziare per la sontuosa colazione-rifornimento.

I cugini francesi che masticano cultura ciclistica, si sono dimostrati partecipativi e sorpresi di vederci in sella a mezzi meccanici e con maglie che hanno fatto la storia del pedale.

Dal punto di vista atletico, in 16 sono riusciti a compiere l‘intero percorso, molto difficoltoso da farsi con i rudimentali cambi e i “duri” rapporti di allora. Ma anche chi, malvolentieri, per motivi di “tempo massimo” e di sicurezza, è dovuto salire sul pulmino di Cerchi in Legno Ghisallo (che supportava tutta l’iniziativa), ha dato veramente il massimo onorando con la propria passione il ricordo del Campionissimo che è ancora “vivo”.

A Pinerolo siamo stati accolti con entusiasmo e simpatia, presente il “Patron” Elvio Chiatellino che non ha fatto mancare parole di stima.

Siamo oltremodo contenti che il tutto si sia svolto senza il minimo inconveniente (nonostante Ia partecipazione della indesiderata ”amica grandine” che ci ha accompagnato per alcuni tratti), grazie al grande senso di responsabilità di tutti.

Un enorme ringraziamento va a chi ci ha aiutato in loco: in primis I’APT e il Comune di Cuneo. Grazie a tutti gli amici che ci hanno dato una mano, in particolare all’amico Domenico Filippi, referente per la NUVI sul territorio.

Un pensiero affettuoso all’amico Vittorio Seghezzi, ultimo “dinosauro” sopravissuto all’epopea del Giro 1949 che non è potuto essere con noi per la recente dipartita della amata consorte Anna, sua Miss per sempre.

14 giugno 2019. Nova Unione Velocipedistica Italiana asd

QUI IL FILM DELLA CUNEO PINEROLO 1949-2019

Elisa Romano, riprese fotografiche
Elisa Romano, riprese fotografiche

Gazzetta dello Sport 11 giugno 2019

LA CRONACA. LA CUNEO PINEROLO 2019

Quando domenica pomeriggio arriviamo a Cuneo per la “punzonatura”, piove già. Piazza Galimberti è deserta. Poi, quando la pioggia cessa, la piazza si anima rapidamente. Arrivano le auto d’epoca nel mentre che prepariamo il palco con striscioni e decorazioni NUVI.

Comincia il foglio firma e così facciamo la conoscenza dei nuovi associati che hanno deciso di partecipare all’iniziativa volta a ricordare la più bella tappa di Coppi nell’anno del suo centenario.

Cuneo
Cuneo

Alla sera una cena frugale e ci avviamo a un breve riposo.

Lunedì il ritrovo per il via è di buon ora, davanti al Comune. Ben due Assessori si presentano a dare la partenza ma soprattutto per cercare di capire cosa gira nei nostri cervelli per spingerci a simili imprese che rasentano la follia.

Ore 4,00 via Nizza, finalmente i pedali girano a pieno ritmo e ci inoltriamo nella notte buia ma non fredda.

Partenza

A Demonte si intravvede un po’ di luce; a Vinadio è chiaro e c’è gente ai bordi della strada che applaude e ci incoraggia. Il numero 36 (Raffaele Bertolucci, alias Fausto Coppi è già in fuga) si porta avanti col lavoro anticipando il gruppo. Iniziano gli inconvenienti meccanici. Qualcuno di questi è risolvibile; un altro costringe lo sfortunato a salire sulle auto e a non avere diritto ad una giornata di gloria ciclistica.

Ad Argentera c’è un ottimo rifornimento/colazione alla Cremeria Bruno. Alessandro il titolare, è un praticante ciclista e, conscio delle esigenze alimentari, prepara per noi ogni bendidio.

Foto di rito e si riparte per la prima vera asperità: il Colle della Maddalena 1996 metri.

Quasi tutti superiamo indenni il dislivello e ci buttiamo in discesa mentre si apparecchiano le nubi di un temporale. Attacchiamo quindi il Col de Vars. Il gruppo si allunga e tra i primi e i ritardatari in fondo alla discesa passa già più di un’ora.

Qualcuno si bagna come un orso ma il ricompattamento di Guillestre, accompagnato da un piatto di pasta caldo, va a lenire ogni fatica.

La fatica però non ce la fa mancare il Col d’Izoard. Inutile descrivere le immaginabili sofferenze dell’Izoard: chiazze di neve e rampe mortali abbracciano gli eroici pedalatori che sentono profumo di gloria.

I savonesi Battaglia, Bormida, Moretto e Passarotto (alias Servadei Pasotti Bartali e Barducci) prendono un certo vantaggio evitando la pioggia che colpisce il resto del gruppo verso Briancon. Nella città francese inopinatamente salta il rifornimento e foglio firma per “dimenticanza” del Sindaco e per la sua incredulità che fossimo partiti per l’impresa con le avverse condizioni atmosferiche in essere. Evidentemente non è al corrente della determinazione dei nuvini che non si fanno spaventare da due gocce d’acqua. Per fortuna, sui mezzi di “Cerchi in Legno Ghisallo”, che ha supportato tutta l’iniziativa, seguendo come un’ombra i partecipanti, qualcosa da mangiare c’è.

Sul Monginevro si scatena un temporale di una violenza inaudita e anche gli ultimi ritardatari cercano riparo dalla grandine scrosciante sui mezzi-scopa. A Cesana siamo accolti da un pallido sole e da una birra.

Al Sestriere invece ci attende una visione invernale: mancano le piste da sci, ma nebbia, freddo e pioggia gelata non mancano di certo. Al bar devono accendere le stufette elettriche.

Gli intrepidi ripartono alla volta di Pinerolo.

Gli ultimi 60 chilometri sono “una Caporetto” e qualcuno deve ritirarsi a poche decine di chilometri dall’arrivo. L’auto del Direttore di Corsa segue gli uomini in avanguardia, ma a poche centinaia di metri dall’arrivo si accorge che il contachilometri non segna i canonici/storici 254 chilometri. Evidentemente le nuove gallerie e la superstrada hanno smussato il chilometraggio del 1949. Che fare? Un’idea geniale. Viene introdotta all’ultimo minuto una piccola deviazione di percorso e il Direttore di Corsa decide di portare a spasso per Pinerolo i battistrada, facendo fare loro, tra coloriti insulti, poche centinaia di metri in più nel traffico domenicale. La distanza canonica è così raggiunta e si può tagliare il traguardo tra gli applausi degli appassionati locali accorsi in gran numero.

Dal punto di vista atletico il bilancio è positivo; in 16 sono riusciti a compiere l’intero percorso, molto difficoltoso con i rudimentali cambi e i “duri” rapporti di allora. Ma anche chi, malvolentieri, per motivi di “tempo massimo” e di sicurezza, ha dovuto ritirarsi, ha onorato con la sua fatica e passione il ricordo del Campionissimo che è ancora vivo.

Conclusione della serata al Veloce Club Pinerolo, benemerita società di fine ‘800 che, supportata dagli amici della Storica di Pinerolo ha ospitato il rustico convivio finale e le premiazioni in puro stile NUVI.


 

10 Giugno 2019

Rievocazione del 70° anniversario dell’impresa di Coppi

CARATTERISTICHE TECNICHE

BICICLETTE ED ABBIGLIAMENTO AMMESSI

TELAIO

Biciclette con telai da corsa coevi ai cambi di velocità sotto elencati e prodotti dal ‘46 al ‘49/50. Non sono quindi ammessi telai espressamente da turismo (es. con ruote inferiori ai 28″) o tipo randonneur

DERAGLIATORE POSTERIORE

Sono ammessi cambi di velocità con utilizzo di ruote libere a 4 o 5 pignoni, vale a dire:

  • Campagnolo Corsa (due stecche) 1946, con plateau singolo o doppio
  • Campagnolo Parigi-Roubaix 1950, con plateau singolo o doppio
  • Nieddu Cervino 1949
  • Simplex Champion de Monde (ad una sola puleggia) 1946
  • Simplex Tour de France 1949
  • Huret Competition 1950
  • French Cyclo Sport 1950

DERAGLIATORE CENTRALE

  • Simplex Front 1946 e 1947-1948
  • Simplex Competition 1949
  • Huret Suicide

RUOTA LIBERA

  • A 4 o 5 pignoni con dentatura a libera scelta purché compatibili con i deragliatori sopra citati.

PLATEAU/PEDIVELLE

  • Pedivelle in acciaio con chiavelle
  • Plateau singolo o doppio in acciaio o alluminio

È consentito il montaggio di corone con dentatura inferiore rispetto a quelle usate all’epoca (si usavano corone singole a 46, 47 o 48 denti e corone doppie di 47-50 oppure 46-49).

FRENI e LEVE

E’ consentito l’uso di freni e leve prodotte negli anni ’50

  • Universal
  • Balilla
  • Bowden
  • Mafac
  • Lam

PIEGA MANUBRIO

Piega manubrio in acciaio o alluminio con forma a cassetta con attacco a espander esterno

MOZZI

Sono consentite ruote montate con i seguenti mozzi:

  • Siamt
  • FB
  • Campagnolo/FB flangia piatta
  • Atom
  • Way assauto

ALTRI COMPONENTI

  • Sella rigorosamente in cuoio
  • è consentito in sostituzione dei tubolari l’uso di copertoncini vintage (spalle color para)

ABBIGLIAMENTO

L’abbigliamento dovrà necessariamente essere coevo al periodo rievocato.

Le maglie potranno essere: 

  • maglie con marchio corrispondente alla bicicletta
  • maglie delle nazionali
  • maglie anonime

Altri accessori: calzini bianchi, scarpe da ciclismo nere, cappellino in tela, antivento NON FLUO, sacca per rifornimento anonima o con marca della bici utilizzata (no ciclo-storica), occhiali anni ’50

E’ consigliato l’utilizzo del caschetto alla belga.

IMPORTANTE

Viste le caratteristiche del percorso particolarmente impegnativo per atleti e mezzi meccanici, si raccomanda un’attenta preparazione fisica e una cura meticolosa della bicicletta, nonché un suo lungo e severo collaudo.

PREMIO DESGRANGE-COLOMBO

Menzione speciale per gli ardimentosi che affronteranno la rievocazione utilizzando i rapporti per la salita che i corridori utilizzarono in quella tappa, vale a dire 46×24 o 47×25 

Partecipazione ad invito
I partecipanti dovranno essere Tesserati o Associati
alla Nova U.V.I.